Il tragico suicidio di Giovanna Pedretti ha gettato gli utenti dei social media e del giornalismo in una profonda riflessione morale. In un’epoca in cui la verità è misurabile in “mi piace” e l’engagement è spesso ottenuto attraverso l’odio, sorgono interrogativi sulle responsabilità sia dei comunicatori che dei social. Giovanna Pedretti, la proprietaria del ristorante “Le Vignole” a Sant’Angelo Lodigiano, è stata trovata morta sulle rive del fiume Lambro domenica 14 gennaio. La donna era diventata famosa per la sua risposta a una recensione di un cliente che si diceva scontento per aver mangiato accanto ad alcune persone gay e a un ragazzo disabile. La veridicità della recensione era stata messa in dubbio, scatenando diverse critiche. La Procura della Repubblica di Lodi ha aperto un’inchiesta sulla morte della ristoratrice, senza per ora ipotesi di reato.
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Selvaggia Lucarelli al centro delle critiche nel caso Pedretti
Ad aver scoperchiato il vaso di pandora riguardo la veridicità delle recensioni di Giovanna Pedretti, sono stati Selvaggia Lucarelli e il compagno Lorenzo Biagiarelli. Grazie alla loro operazione di debunking, l’opinionista e il cuoco hanno smantellato l’inganno dietro queste recensioni false, causando però involontariamente un’ondata di odio nei confronti della ristoratrice che potrebbe non aver retto alla pressione mediatica.
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Selvaggia Lucarelli risponde alle accuse dopo il suicidio di Giovanna Pedretti
Subito dopo la notizia del suo suicidio, l’opinionista è stata molto criticata per aver aizzato le masse contro la Pedretti e ad averla indotta al suicidio. In risposta a queste accuse, Selvaggia ha condiviso un post sulla piattaforma X, ex Twitter, affermando: “Se ogni volta che una persona finisce sui giornali criticata si suicidasse, i giornali dovrebbero chiudere”. Ha poi denunciato di essere lei stessa vittima di molteplici shitstorm ogni volta che si trova al centro di articoli distorsivi, questa volta compresa: “Ogni volta che qualche sito dedica un articolo a me, spesso stravolgendo parole per farmi sembrare Belzebù, sotto ci sono talmente tanti insulti che se fossi fragile sarei da tempo in una clinica psichiatrica”.
Un’ultima critica fatta dall’opinionista riguarda il ruolo dei social e dei giornalisti in questa vicenda. Sebbene siano stati riconosciuti errori di comunicazione da entrambe le parti, si pone la domanda se Selvaggia abbia l’autorità di utilizzare la sua influenza mediatica per smascherare queste tipologie di casi delicati e se, in qualche modo, non abbia contribuito a indirizzare ulteriori attenzioni negative su Giovanna Pedretti. A questo Selvaggia ha risposto: “Si è poi detto che il debunking non lo deve fare chi non è giornalista. Qui però il non giornalista è forse l’unico ad aver scritto una cosa vera, con parole misurate e chiamando la signora per verificare . E poi, se i social sono roba diversa dal giornalismo, come mai il giornalismo attinge tutti i giorni dai social e a mani basse?”.
Nel trasferirmi per un po’ solo su Instagram lascio alcune riflessioni. La prima è che ancora nessuno ha il coraggio di fare una riflessione sul ruolo della stampa in questa vicenda e domandarsi perché una notizia irrilevante e pure falsa era in home ovunque. Si preferisce… pic.twitter.com/hclBEOCdKW
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) January 16, 2024
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