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Che Tempo Che Fa, Ghali ospite di Fabio Fazio sul Nove: “I trapper sono i nuovi cantautori di oggi”

Dall’esperienza a Sanremo 2024 al caos mediatico generato dalle sue parole, passando per la sua storia nella musica e il suo rapporto con l’Italia: le dichiarazioni di Ghali a “Che Tempo Che Fa”.

di Luca Diana | 18 Febbraio 2024
Ghali, Che Tempo Che Fa - Foto: Ufficio stampa

Ospite attesissimo della nuova puntata di Che Tempo Che FaGhali ha risposto alle domande di Fabio Fazio spaziando tra la sua esperienza a Sanremo 2024 e il caos mediatico generato dalle sue parole, la sua evoluzione musicale, il suo rapporto con l’Italia e infine la sua opinione sui trapper, i cantautori del nostro decennio.

Innanzitutto, però, l’interprete di “Casa mia ha voluto dire la sua sull’effetto divisivo che ha avuto la frase pronunciata sul palco del Teatro Ariston durante la 74esima edizione del Festival della canzone italiana, in merito al valore della pace:

“[la pace è per tutti] è quello che abbiamo imparato a scuola, è strano ritrovarsi oggi in un mondo così. Ci hanno insegnato una cosa per tutta la vita e ad un certo punto sentiamo che non si può. Per me è la cosa più importante: qualsiasi cosa è da condividere. Il successo, tutti i beni che abbiamo su questo pianeta, non sarebbero delle ricchezze se non fossero condivisibili. Sono condivisibili solo se stiamo tutti bene e se c’è pace, se in una stanza siamo in 10 e 7 persone stanno male pure le altre 3 staranno male. Se in una stanza di 10 persone 7 stanno bene, le altre 3 anche se stanno male inizieranno a riprendersi. È importante stare tutti bene per quanto sembri banale”.

Di fronte al sempre piacevole padrone di casa, Ghali si è lasciato andare anche a delle considerazioni in merito al successo raggiunto in giovane età, e su tutte le ripercussioni (positive, ma anche negative) che ha portato alla sua esistenza:

“Da Sanremo sono successe tante cose, mi ritrovo in un momento che fa parte di un processo iniziato un anno fa, o anche di più: dopo il mio successo del 2016 ho fatto tour e ho fatto uscire tanta musica, rotto tanti record e fatto delle bellissime cose, a un certo punto ero annebbiato da tutto. Inizi a rotolare e vai avanti per inerzia, non hai più tempo per ragionare e per fare una vita normale, perché alla fine siamo persone normali. Io arrivo da un quartiere di periferia di Milano come tante persone e a un certo punto ho dovuto fare i conti con la mia vita personale: c’è stato un momento in cui mia madre si è riammalata, un momento in cui sono dovuto andare dalla psicologa, vita normale. Mi sono staccato un attimo dalla musica perché volevo smettere di rotolare, volevo fermarmi e ragionare, tornare alla mia essenza, che dopo un po’ ho perso sotto i riflettori tutti i giorni. Ho iniziato davvero molto giovane e il successo che ho avuto in quegli anni era senza precedenti, non avevo le spalle larghe abbastanza per poter reggere tutto”.

 

 

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Che Tempo Che Fa, Ghali: “L’arte oggi è l’unico modo che abbiamo per far diventare una pietra preziosa il nostro dolore

Seduto nell’iconica poltrona bianca di Che Tempo Che Fa, Ghali si è soffermato ad analizzare il valore che l’arte assume, o dovrebbe assumere, nella vita di tutti noi:

L’arte oggi è l’unico modo che abbiamo per far diventare una pietra preziosa il nostro dolore. Sento che le persone riescono a percepire questo perché lo sono veramente. Un anno e mezzo fa mi sono veramente fermato con il mio team a ragionare su come tornare a fare qualcosa di straordinario, non è facile uscire dalla mediocrità, dalla superficialità e farlo. Siamo in un momento in cui c’è tanta superficialità, tante cose che escono sono mediocri e ci si accontenta, ma accontentarmi non mi fa stare bene e so che per fare qualcosa di straordinario devo tornare puro e me stesso.

Il successo ti porta dopo un po’ a toglierti quell’innocenza e io non voglio credere che non si possa rifare due volte. Ho fatto questa cosa ed è stato un esperimento molto forte su me stesso e sulle persone che hanno lavorato con me per tutto questo tempo, persone che devo ringraziare perché le ho portate al limite, sono uno di quei registi che porta gli attori al limite e non sai se hanno voglia poi di ri-lavorare con te, ma ci tengo talmente tanto a dare il massimo della mia arte che ho dovuto lavorare molto su me stesso per creare un qualcosa di speciale”.

 

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Che Tempo Che Fa, Ghali: “I trapper sono i nuovi cantautori di oggi”

Infine, prima di deliziare il pubblico con la sua esibizione sulle note del brano presentato a Sanremo 2024 (“Casa mia“, ndr.), Ghali si è voluto soffermare sul ruolo ricoperto dai trapper nel nostro decennio, definendoli come i cantautori dei giorni nostri; una definizione che, ne siamo certi, non avrà fatto piacere a tutti:

“I trapper sono i nuovi cantautori di oggi: esattamente come facevano i cantautori di una volta che usavano il linguaggio di strada di quel momento, i cantautori di oggi usano il codice di strada. Per questo molti giovani si ritrovano: parliamo di vita vera. Lo sento nei testi di De Andrè che lui parlava come si parlava nelle strade, riesco a percepirlo che era uno slang di quel momento. Io sono stato un ultimo per tanto tempo e lo sono ancora”.