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Fiorella Mannoia, conto prosciugato e la banca non rimborsa

Disavventura bancaria per la cantante Da qualche tempo a questa parte le banche sono sempre più presenti sulle pagine dei giornali, vuoi per i tentativi che si devono fare per salvarle da un possibile dissesto economico, vuoi per le disavventure in cui incorrono alcuni correntisti. Questa volta parliamo di un volto noto che ha avuto […]

di Ruggero Biamonti | 4 Luglio 2017
Foto: Ufficio Stampa

Disavventura bancaria per la cantante

Da qualche tempo a questa parte le banche sono sempre più presenti sulle pagine dei giornali, vuoi per i tentativi che si devono fare per salvarle da un possibile dissesto economico, vuoi per le disavventure in cui incorrono alcuni correntisti.

Questa volta parliamo di un volto noto che ha avuto un problema con una banca. Fiorella Mannoia, grande cantante amata dal pubblico, ha visto il suo conto in banca, aperto appositamente per pagare le spese della sua tournée, letteralmente prosciugato da qualcuno che le ha clonato la sua carta di credito.

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Parigi, 21 Novembre @bataclan_ Con più speranza che paura. ❤️❤️❤️

Un post condiviso da Fiorella Mannoia (@fiorellamannoia) in data:

La cantante si è subito sfogata sui social dicendo che la banca non ha rimborsato nulla “insinuando che non fosse vero”. Il suo post ha subito collezionato 1000 e più condivisioni e 12 mila like. Da una parte questo è il segno del seguito che ha la cantante e dall’altra dimostra il poco amore che in questo momento le persone hanno nei confronti delle banche.

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Questo la’maro sfogo della cantante: “Racconto un fatto capitato a me. Un anno fa apro un conto sulla banca ING DIRECT ( conto Arancio) per gli acquisti on line della tournée. Il conto è intestato a un mio collaboratore. Un giorno ci scrive la banca avvertendoci che avevano riscontrato movimenti che lasciavano sospettare una clonazione della carta di credito. Risaliamo e scopriamo che vi erano centinaia di acquisti ( tutte piccole e medie cifre) fino a un ammontare di 7000 euro. Chiamiamo la banca, presentiamo tutto quello che ci era stato richiesto. Insomma morale della favola, ci hanno risposto dopo 4 mesi di telefonate di sollecito, che non ci avrebbero rimborsato perchè secondo loro non era possibile che i truffatori fossero riusciti a impossessarsi di tutti i dati. In sostanza insinuando il sospetto che non fosse vero. Le banche dovrebbero servire a custodire i nostri soldi in maniera sicura. Forse a volte sarebbe meglio rispolverare il vecchio materasso.
Tutto questo per dirvi: state attenti”.

Ruggero Biamonti