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“C’è ancora domani”, il film di Paola Cortellesi, celebrato dal New York Times: “Straziante ed edificante”

Il successo del film di Paola Cortellesi, C’è ancora domani, è arrivato anche oltreoceano. A testimoniarlo è l’articolo del New York Times che ha celebrato la potenza della storia di violenza “straziante ed edificante”

di Sara Radegonda | 9 Dicembre 2023
Foto: Ufficio stampa/Luisa Carcavale

Straziante ed edificante. Probabilmente non c’erano parole migliori di quelle usate dal New York Times per definire il film di Paola Cortellesi, C’è ancora domani. Perché oltre ad aver sbancato il botteghino italiano con un totale di 27,98 milioni di euro di incasso – con cui ha superato così i 27,96 milioni di Oppenheimer – il film che racconta la violenza sulle donne, in una Roma ancora alle prese con la povertà e le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale, ha conquistato anche l’America. A testimoniare che il successo del film di Paola Cortellesi – che ha già promesso: “sarà solo il primo di tanti” – anche oltreoceano c’è la consacrazione sul New York Times.

Paola Cortellesi: “La violenza di genere si combatte oggi, non domani”

C’è ancora domani New York Times: il successo arriva anche oltreoceano

Il quotidiano americano ha infatti dedicato un articolo a C’è ancora domani, sottolineandone l’importanza e la potenza nel comunicare un tema così caro al presente, come la violenza sulle donne:

Il film – che riesce a essere allo stesso tempo straziante ed edificante – è arrivato in un momento in cui la violenza domestica, il femminicidio e i diritti delle donne hanno dominato il discorso pubblico dopo la morte, il mese scorso, di una studentessa di 22 anni, Giulia Cecchettin, in un caso in cui il suo ex fidanzato è indagato per il suo omicidio.

C'è ancora domani New York Times

Foto: Screenshot Instagram @paolacortellesireal

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Paola Cortellesi film New York Times celebra la potenza di una storia del passato, ma radicata nel presente

La straordinaria potenza di C’è ancora domani, celebrata anche dal New York Times, risiede non soltanto nella scelta della storia – che racconta le lotte quotidiane di Delia, maltrattata dal marito e da una società che non le riconosce nessuna dignità, in quanto donna -, ma nel registro scelto per raccontarla, quel registro che Paola Cortellesi conosce fin troppo bene: l’ironia. Il film infatti oscilla tra la straziante violenza e l’ironia, unico strumento di salvezza in mano alla protagonista; una scelta che contribuisce ad ampliare esponenzialmente lo strazio di una storia che tocca, profondamente, le corde del cuore. “Ho voluto fare un film contemporaneo ambientato nel passato, perché credo che purtroppo molte cose siano rimaste uguali”, ha detto la Cortellesi. “Naturalmente ci sono stati dei progressi, sono cambiati i diritti, sono cambiate le leggi, ma non completamente – cioè, in proporzione, non nella mentalità”.