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Le Iene, il toccante monologo di Lorella Boccia: “Avevo 5 anni quando mio padre è sparito”

“Fidatevi, non vale la pena scoprire cosa significhi perdonare solo nel giorno in cui non puoi più farlo”: il monologo di Lorella Boccia a Le Iene…

di Luca Diana | 31 Ottobre 2023
Lorella Boccia, Le Iene 2023 - Foto: Ufficio stampa Mediaset

Dopo mesi di assenza sulle reti Mediaset, la ballerina e conduttrice Lorella Boccia è tornata in tv, ospite di Veronica Gentili, nella nuova edizione de Le Iene. Con sé ha portato la trasparenza e la sensibilità che da sempre la contraddistinguono, regalando al pubblico di Italia 1 un toccante e profondo monologo incentrato sull’importanza del riuscire a perdonare quando ancora si fa in tempo a non avere rimorsi.

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Lorella, infatti, con questo intermezzo ha voluto ricordare il suo papà, scomparso proprio mentre stavano recuperando un rapporto mancato per tanto tempo. Un racconto importante e dal forte impatto emotivo che, come si può percepire dalle sue parole, ha come obiettivo quello di stimolare le coscienze di chi la ascolta e si trova a vivere la sua stessa situazione.

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Ecco le sue parole:

“Avevo 5 anni quando mio padre è sparito. Io scendevo in strada ad aspettarlo, e mi pettinavo i capelli per essere carina per lui, mentre mia madre lo cercava al telefono. Diceva “Guarda che arriva”, invece non l’ho rivisto per 12 anni. Ci ha lasciato senza un soldo, e mamma ha dovuto pulire centinaia di case per farmi studiare danza.

È ricomparso quando avevo 20 anni: aveva avuto un infarto, e prima di entrare in sala operatoria voleva dirmi addio, ma nella corsa verso l’ospedale ho bucato una gomma. Però è sopravvissuto e quello spavento mi ha fatto credere di poterlo perdonare. Finché, per caso, non ho conosciuto Francesco, un altro suo figlio, di cui non sapevo nulla. Francesco aveva avuto tutto: sostengo, denaro, amore. Io, invece, solo la rabbia. Mi sono riavvicinata a papà prima del mio matrimonio. Ero così felice che mi sentivo pronta a dimenticare.

A casa sua ho scoperto decine di mie foto, e che, forse, sentiva anche lui un dolore grande, la vergogna. Ma ancora una volta ci siamo allontanati: mi scriveva solo saluti banali, stupide GIF, non mi bastava. Ero nello studio di Amici quando mi hanno detto che era mancato. L’ho abbracciato finché non mi hanno portato via a forza. Quel giorno ho capito che, a volte, devi imparare a prendere il meglio che una persona può darti, anziché lamentarti per ciò che non ti ha dato.

Fidatevi: non vale la pena scoprire cosa significhi ‘perdonare’ solo nel giorno in cui non puoi più farlo”.

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