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Re Carlo, 30 anni dall’attentato in Australia che mise a rischio la sua vita: tutta la storia

Era il 1994 quando il Principe Carlo, in viaggio a Sydney, finì nel mirino di un aggressore che sparò tre colpi: scopri la storia che ha sconvolto il paese

di Redazione Rumors.it | 26 Gennaio 2024
Foto: PA Archive/PA Images / IPA

Il 26 gennaio 1994, il telegiornale inglese annunciava una notizia che ha spaventato il Regno Unito. Un uomo, a Sydney, aveva sparato tre colpi contro l’allora Principe Carlo. Il figlio della Regina d’Inghilterra era arrivato in Australia tre giorni prima in visita ufficiale, per rilanciare l’immagine della monarchia britannica nello stato. Fortunatamente la vicenda si risolse con l’arresto del ragazzo e il Re ne uscì indenne.

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Re Carlo e l’attentato in Australia: chi era David Kang, il suo aggressore?

30 anni fa, Carlo era a Sydney e si apprestava a tenere un discorso, in occasione della festa nazionale australiana. Un uomo in jeans e maglia bianca, dai tratti somatici orientali, salì sul palco e sparò tre colpi da distanza molto ravvicinata prima di essere bloccato e disarmato dalle guardie del corpo del Principe. Si trattava dell’australiano David Kang, in protesta contro il trattamento di richiedenti asilo cambogiani in Australia. Fortunatamente, nessuno rimase ferito, ma l’incidente sollevò dibattiti sulla monarchia e il repubblicanesimo in Australia. Inoltre, scatenò numerose polemiche sull’efficienza della sicurezza intorno all’erede alla corona britannica. Arrestato, Kang testimoniò di soffrire di depressione e di protestare contro la situazione dei rifugiati. L’erede al trono di Londra deve la sua vita unicamente al fatto che il suo aggressore ha usato una pistola ”starter” o giocattolo (a seconda delle fonti), con proiettili a salve e non veri. Condannato per minaccia di violenza, Kang scontò 500 ore di servizio comunitario. Subito dopo l’attentato, Carlo, apparso molto calmo nonostante l’incidente, ha tenuto regolarmente il suo discorso. Undici anni dopo, Kang affermò di aver superato l’esperienza traumatica e di essere diventato avvocato a Sydney.

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Foto: Hugo Burnand / IPA