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Black Mirror: la serie distopica di Charlie Brooker compie 10 anni

È passato un decennio da quando il primo episodio della serie distopica con protagonista il Primo Ministro inglese ha scioccato il mondo intero, innescando un meccanismo che ha cambiato i parametri della serialità

di Sara Radegonda | 5 Dicembre 2021

4 dicembre 2011. Quel giorno il primo episodio di Black Mirror andava in onda nel Regno Unito. Il primo ministro inglese, sotto minaccia, era costretto non solo a praticare sesso su una scrofa per liberare una principessa rapita, ma doveva condividere l’atto con il pubblico, in diretta televisiva. Col senno di poi sembra assurdo pensare come la prima messa in onda non provocò un engagement senza precedenti, tanto che in Italia la serie venne trasmessa su Sky Cinema passando quasi in sordina.

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Il vero successo arrivò solo quando Netflix mise la sua inconfondibile firma, generando un hype inaspettato intorno alla serie, innescando un passaparola che ha portato in breve tempo gli episodi a diventare una serie di ben 5 stagioni. Black Mirror infatti è stato – in Italia – forse uno dei primi fenomeni mediatici legati alla serialità di Netflix, un contenuto in grado di intercettare un’ampia fetta di pubblico, creando una conversazione e profonde riflessioni intorno ai temi trattati. Forse merito è da attribuire senza dubbio al genere.

Black Mirror Bandersnatch

Credit: Netflix / Black Mirror

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La distopia infatti – nel 2021 più che mai – fa breccia nelle menti dormienti degli spettatori, sbattendogli in faccia la crudeltà di una fantasia che poi tanto surreale non è. La serie antologica di Charlie Brooker si è confermata, ahi noi, uno specchio deformato ma crudelmente premonitore dei lati più assurdi della nostra società, un racconto in cui l’immaginazione più deviata ha reso ancor più evidenti le contraddizioni e le idiosincrasie che la vita digitale sta portando o avrebbe portato di lì a poco.

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Black Mirror Netflix: l’esperimento fallito ma rivelatorio di Bandersnatch

“Spesso mi accade di pensare: ‘Dio mio, questo è completamente e totalmente improbabile’, e poi invece la realtà lo supera“, ha dichiarato Brooker già quando stava lavorando alla quarta stagione, la penultima che abbiamo visto: “Quindi cerco in tutta consapevolezza di spingermi ancora più lontano nel senso delle storie che realizziamo”. Una sensibilità che pur nella follia ha saputo spingere al limite non solo le storie ma anche i mezzi. Black Mirror Bandersnatch è stato infatti antesignano di qualcosa che è destinato a diventare – presto o tardi – la normalità. Anche se considerato dai più un esperimento fallito, bisogna sottolinearne l’importanza per quanto riguarda la sperimentazione nelle potenzialità del mezzo cinematografico.

Pictured – Fionn Whitehead