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Benedetta Porcaroli per Vogue: “Vorrei che le donne avessero la stessa risonanza degli uomini”

Benedetta Porcaroli è la protagonista della copertina di Vogue di gennaio 2024: in un’intervista a cuore aperto l’attrice ha parlato della sua carriera, dagli esordi fino ad oggi

di Eleonora Galli | 27 Dicembre 2023
Foto: Ufficio Stampa Condé Nast / Elizaveta Porodina

Benedetta Porcaroli è una delle attrici più giovani e allo stesso tempo più promettenti del panorama cinematografico italiano. Si è fatta conoscere con la serie Netflix Baby, consacrata con La Scuola Cattolica, ora tornerà di nuovo al cinema con Pietro Castellitto in Enea, Benedetta Porcaroli è eterea e inafferrabile proprio come i personaggi che interpreta e plasma sulla sua immagine. In un’intervista per Vogue, Benedetta ha quindi raccontato di più sulla sua carriera dagli esordi fino ad oggi.

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Benedetta Porcaroli per Vogue: “Senza i sogno mi sento incompleta”

Benedetta ha esordito raccontando una sua particolarità, quella di annotarsi i sogni ogni mattina appena sveglia: “Credo che le nostre responsabilità comincino proprio dai sogni. Mi piace questo corpo a corpo che, al risveglio, faccio col mio inconscio. Nei sogni mettiamo in scena noi stessi: le varie parti di noi vengono interpretate da personaggi diversi. Ci si può rivelare qualcosa che non avevamo gli strumenti per portare alla luce: è un motore che produce le nostre azioni quotidiane. Senza il sogno ormai mi sento incompleta, come se mi mancasse un pezzo”. E come per i sogni, anche l’immaginazione ha un ruolo importantissimo nella vita e nel lavoro di Benedetta, come lei stessa ha spiegato: “Non sto lì ore a ripetere e scarabocchiare il copione: lascio depositare e aspetto. Magari faccio anche finta che quel film non lo devo fare, tanto so che nel frattempo è partito un processo. Che non percepisco: sono un po’ scollegata tra testa e pancia. Anche per questo i sogni mi interessano: ciò che mi dicono magari nella vita privata non mi serve, ma rispetto a un certo personaggio mi dà più strumenti”.

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Bendetta Porcaroli parla della recitazione: “Questo mestiere ha un senso politico”

Parlando sempre di recitazione, Benedetta ha spiegato cosa l’ha portata a continuare a recitare e che cosa le piace della recitazione: “Questo mestiere può avere un senso politico: è un amplificatore, fa sì che le persone vedano quella storia, quei temi. Per me però è anche una specie di missione privata, che non ha a che vedere con quanto pubblico avrai, coi giudizi. Ti libera, produce in te delle cose. Ha a che fare con qualcosa, in me, di fragile e inspiegabile”. Ma spesso, per una ragazza o una donna può non essere facile stare sotto i riflettori e farsi strada nel mondo del cinema: “Non voglio generalizzare, perché ho incontrato uomini meravigliosi che mi hanno fatto sentire assolutamente alla pari, però mi piacerebbe che le donne avessero la stessa risonanza degli uomini. Io non ho nessun problema coi maschi perbene. Essere costretta a ribadire queste cose non mi fa piacere”.

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Parlando invece dei social, Benedetta spesso si è detta estranea, quasi contro poiché non rispecchia la vita vera e raccoglie molto spesso solo odio: “Posso pubblicare una storia, farti vedere che supporto una determinata causa, senza fare nel concreto nessuno sforzo. I social ci danno l’illusione di avere un potere che non abbiamo. Dare un megafono a tutti è come non averlo dato a nessuno. Siamo sedati. Cosa avrebbe fatto oggi un personaggio come Pasolini? Prima le persone si esponevano, mettevano a rischio persino la vita”. 

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