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GialappaShow

GialappaShow, la new entry Maccio Capatonda si racconta ai nostri microfoni

Maccio Capatonda si è raccontato in esclusiva a Rumors.it in vista del suo debutto al GialappaShow

di Redazione Rumors.it | 5 Aprile 2024
Foto: Redazione Rumors.it

Dopo quindi il successo di critica e ascolti delle prime due edizioni, riparte GialappaShow, il programma della Gialappa’s Band con Marco Santin e Giorgio Gherarducci, prodotto da Banijay Italia. In prima visione assoluta su TV8, dal 10 aprile, ogni mercoledì, alle ore 21.30, anche in simulcast su Sky e in streaming su NOW. La terza edizione di GialappaShow vede il cast arricchirsi di due pezzi da novanta: Maccio Capatonda e Max Giusti.

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Come è nata l’idea di proporre dei trailer documentaristici?

L’idea mi è venuta mentre cercavo un formato simile a quello dei trailer. Ho sempre amato valorizzare la semplicità della vita. Attraverso il mezzo dei docutrailer, posso far emergere questa essenza. È importante per me mettere in risalto “gli ultimi della società”, coloro che spesso vengono trascurati dai media, come i lettori di contatori del gas, le guardarobiere, i passanti. Mi piace cogliere gli aspetti più semplici della realtà e portarli alla ribalta.

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Come ti sei approcciato al mondo della comicità? Quale evento ha consolidato il tuo personaggio?

Da piccolo, all’età di 7 anni, ho visto Ritorno al Futuro, e questo mi ha instradato nel mondo dello spettacolo, mi ha fatto capire cosa volessi fare nella vita. Da quando avevo sette anni, volevo fare il regista, l’attore, il montatore, il doppiatore, qualsiasi cosa. Nella comicità, invece, ci sono arrivato a poco a poco, non c’è stato un evento. Per quanto riguarda la comicità, è stata una scoperta graduale, non c’è stato un evento singolare. Forse il momento più significativo è stato quando la Gialappa’s Band mi ha contattato nel 2004. È stato in quel momento che ho realizzato che la comicità, che fino ad allora era stata solo un passatempo, poteva diventare un lavoro. Quindi, è stato un po’ il destino a farmi credere in me stesso. Direi che quel momento è stato il culmine della mia carriera fino ad ora.

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Le tue passioni sono diventate il tuo lavoro?

Sì, la mia passione è diventata il mio lavoro e questa cosa è un’arma a doppio taglio. Da un lato ti fa fare un lavoro che ami, però dall’altro a volte c’è il rischio che perdi il gusto nel lavorare alla tua passione. Ovviamente nel momento in cui diventa obbligatorio avere una passione, e diventa obbligatorio coltivarla continuamente, senti subito che hai il fiato sul collo, che hai le scadenze. La tua passione quindi non è più un hobby spensierato, ma è appunto un lavoro. Questo è appunto un po’ l’arma a doppio taglio, però fondamentalmente il consiglio è quello di cercare ricordarsi che quella era una passione e lo è tutt’ora.

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