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Giovanni Nuti, l’intervista esclusiva: “L’incontro con Alda Merini è stato proprio destino”

Il musicista e cantautore Giovanni Nuti ricorda Alda Merini e racconta i suoi progetti per il futuro

di Nadia Pieri | 20 Aprile 2024
Foto: Giuliano Grittini / IPA

Ognuno di noi ha avuto un incontro che gli ha cambiato la vita. Nel caso del musicista Giovanni Nuti questo è accaduto con la poetessa Alda Merini, scomparsa nel novembre 2009, diventata sua “compagna artistica”. Con lei ha lavorato per sedici anni fino alla sua morte e, nonostante la sua assenza fisica, Alda continua a far parte del presente e del futuro di Giovanni. “Un sogno? Le canzoni mie e di Alda accompagnate dalla Grande Orchestra” ci ha rivelato nel corso di un’intervista esclusiva in cui ha ricordato la poetessa e non solo.

Giovanni Nuti, l’intervista: il ricordo di Alda Merini

Giovanni tu sei un musicista e cantautore con ormai ben 12 album all’attivo. In un certo senso la tua carriera è stata segnata da un incontro speciale, quello con la poetessa Alda Merini. Come vi siete conosciuti?

È stato un incontro davvero straordinario, è come se la poesia mi fosse caduta addosso. Ero in una libreria, di fronte a uno scaffale, mi cadde un libro che si aprì proprio su una poesia di Alda Merini, Sandali. Lessi quella poesia e rimasi folgorato dalle sue parole. Decisi quindi di acquistato il libro e una volta tornato a casa musicai la poesia. Poi scrissi una lettera ad Alda. Lei mi rispose lasciandomi un messaggio in segreteria nel cuore della notte dicendomi che era molto contenta della canzone e che se volevo incontrarla potevo andare dove lei si era recata in vacanza, a soli 500 metri da casa sua. Questa cosa mi divertì moltissimo, così andai all’appuntamento. Tra noi nacque subito un’intesa, come disse lei: “Era proprio destino”.

Il mese scorso, il 21 marzo, si celebrava il compleanno di Alda. C’è un aneddoto particolare che vuoi condividere con i nostri lettori?

Un giorno mi disse: “Musica l’Albatros“. Si tratta di un brano che ricorda il manicomio, un momento molto brutto della sua vita. Io lo musicai, glielo feci ascoltare e lei iniziò a piangere. A quel punto le chiesi: “Perché piangi?”. E lei mi disse: “Sai, queste note che tu hai musicato sono le stesse che sentivo quando ero in manicomio”. Questa frase mi colpì moltissimo.

In una vecchia intervista hai detto che Alda ti ha insegnato che “la poesia non deve stare morta sulle pagine dei libri, ma prendere forma e vita grazie alla musica”. Come adatti la poesia ai tuoi brani? Come si svolge il processo creativo?

È una cosa inspiegabile. Per me è qualcosa di spontaneo. Alda mi dava solo mezz’ora per musicare le sue poesie e mi diceva: “Quando arriva un foruncolo ce ne accorgiamo? No”. E lo stesso vale con l’ispirazione, quando arriva non te ne accorgi.

Foto: Ufficio stampa

Secondo te che rapporto hanno oggi i giovani con la poesia? E soprattutto come farli avvicinare a questo mondo?

Alda diceva che attraverso le canzoni arriviamo anche a coloro che non entrerebbero mai in una libreria. Ed è proprio così. Io ricevo tantissime mail di ragazzi che attraverso i miei brani comprano poi i libri di Alda Merini, si informano e la conoscono. Quando faccio i concerti ci sono sempre tanti giovani. Bisogna sensibilizzare i ragazzi, mi piace molto infatti andare a parlare nelle scuole. Perché i ragazzi hanno bisogno del contattato e di saper raccontare.

Il 14 febbraio è andata in onda su Rai 1  il film Folle D’amore – Alda Merini la cui colonna sonora ha ospitato un tuo brano Lirica Antica. Come e quando è arrivata la proposta di collaborare a quest’importante opera cinematografica?

Per me è stata veramente un’occasione straordinaria. Mi è stato chiesto di pensare a un brano. Io avevo musicato Lirica Antica quando Alda era ancora in vita poi, come tante altre cose, era rimasta chiusa nel cassetto. Pensando a quale potesse essere il brano giusto per il film mi è venuto in mente proprio Lirica Antica, avendo anche la sua recitazione dal Teatro Strehler, quindi l’ho completato, grazie ad Adriano Pennino, e abbiamo poi aggiunto la parte recitata di Alda Merini. Quando Roberto Faenza e i produttori l’hanno ascoltata se ne sono innamorati e hanno deciso di inserirla nel film.

Che riscontri hai ricevuto dal pubblico?

Non me l’aspettavo, sto ancora rispondendo a tutti i vari messaggi. Questo brano è stato accolto con grande emozione e per me questo è un grande dono.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Sto cercando di terminare un album sui testi di Alda Merini, perché nella nostra ultima telefonata lei mi disse: “Ricordati che tu sei stato la mia musica, la mia gioia. Divulga le nostre opere”. Io non ho mai smesso e mai smetterò. Ho poi fatto un disco con Grazia De Michele sulle canzoni di Tenco e Dalida. Questo disco è stato accolto molto bene dalla critica e faremo un tour nei teatri.

Un sogno nel cassetto che non hai ancora realizzato?

Ho davvero tantissimi sogni perché io vivo di creatività. Un sogno sarebbe fare una serie di concerti con la Grande Orchestra che accompagna le canzoni mie e di Alda.